di Nico Raffi
L’ultimo incrocio tra Empoli e Novara risale a quella magica serata di fine maggio, quando Ciccio Tavano e un sontuoso Saponara travolsero la squadra di Aglietti trascinando gli azzurri verso la finale playoff che valeva la serie A. Finì 4-1 per gli uomini di Sarri che vanificarono l’ambizione di un immediato ritorno nella massima serie dei piemontesi, capaci comunque di centrare gli spareggi promozione al termine di una grande cavalcata effettuata nel girone di ritorno. Il 26 maggio 2013 svanì in contemporanea anche il sogno del Brescia, eliminato a testa altissima dal Livorno di Davide Nicola nonostante due gare senza conoscere sconfitta.
In quella semifinale le rondinelle erano allenate da Alessandro Calori, il tecnico chiamato un mese fa sulla panchina novarese proprio per sostituire Alfredo Aglietti, l’ex mister azzurro incapace di dare seguito, nell’attuale torneo, all’ottimo percorso cominciato circa un anno orsono in terra piemontese. Per il tecnico valdarnese è stata fatale la sconfitta di Trapani del 17 novembre scorso e un tortuoso avvio di campionato in cui Gonzalez e compagni avevano conquistato appena 13 punti in 14 giornate finendo in piena zona playout e diventando la difesa più perforata della cadetteria. L’impatto di Calori sulla panchina del Novara si è rivelato subito piuttosto positivo. Dopo il pareggio all’esordio con il Pescara e la sconfitta di misura di Palermo, sono arrivate due vittorie consecutive con Modena e Juve Stabia che hanno fatto respirare un pò di ossigeno alla formazione novarese. L’allenatore aretino sembra aver prodotto una scossa sul piano caratteriale anche se non ha nascosto che la squadra deve ancora crescere sul piano della qualità del gioco e cercare di elminare le insicurezze che ne hanno ostacolato il cammino nel corso dell’attuale torneo.
Calori, tecnico che, come quasi tutti gli ex difensori, cura in maniera maniacale la fase difensiva, si è affidato a un modulo tornato molto in voga nel panorama calcistico attuale: un 3-5-2 in cui gli esterni Marianini e Pesce devono offrire un sostanzioso contributo in termini di copertura al terzetto difensivo composto da Ludi, Bastrini e Perticone, posto a presidio della porta difesa dal nazionale slovacco Kosicky. Poco utilizzato finora l’ex azzurro Daniele Mori giunto a Novara l’estate scorsa in prestito via Udinese. A centrocampo, reparto in cui latitano gli incontristi e regnano i piedi buoni e gli elementi abili nelle incursioni offensive, spazio alle geometrie del regista Buzzegoli, il giocatore sin qui più utilizzato, e alla qualità dell’esperto Marco Rigoni. Un prospetto interessante appare il giovane Faragò, classe ’93 già convocato nella nazionale under 20 di Alberigo Evani. Un discorso a parte lo merita l’ex empolese Flavio Lazzari. Da queste parti conosciamo bene la duttilità e l’estro del fantasista romano, elemento che può interpretare efficacemente sia il ruolo di interno di centrocampo che la punta aggiunta e che, nella prima gara del 2013, andò a segno al Castellani contro gli ex compagni evitando rispettosamente di esultare di fronte ai tifosi azzurri. Nel reparto offensivo spicca la presenza dell’argentino Pablo Gonzalez che, dopo l’esperienza in chiaroscuro senese, è tornato a ritagliarsi uno spazio da protagonista con la casacca del Novara anche se, fino ad adesso, ha segnato appena 3 reti nel corso di questo campionato dopo i 14 sigilli timbrati nella stagione scorsa. Un maggior contributo realizzativo è stato offerto dalla bandiera Raffaele Rubino che, dopo essere diventato l’unico giocatore italiano ad aver segnato in quattro campionati professionistici con la stessa maglia, punta a un nuovo record: quello di Silvio Piola. Al 35enne attaccante pugliese manca infatti appena una rete per eguagliare il numero di gol segnati dal leggendario ex campione del mondo a cui è stato intitolato lo stadio di Novara, fermatosi a quota 85 reti con la maglia azzurra dei piemontesi.
Firmerei per un pareggio