di Nico Raffi
Uno strano destino accomuna Empoli e Varese. Non sono soltanto le prime due società del campionato cadetto ad avere cambiato i propri allenatori in corso d’opera, ma i nuovi tecnici designati per la sostituzione (Pillon e Maran), hanno curiosamente debuttato proprio confrontandosi con il proprio più recente passato. Pillon ha esordito sulla panchina azzurra strappando un buon pareggio nel derby con la sua ex squadra, il Livorno. Il nuovo mister del Varese ha fatto addirittura meglio: vittoria esterna per 2-0 al “Menti” di Vicenza. Un debutto da sogno proprio contro la formazione che aveva allenato nelle ultime due stagioni che ha anche provocato il terzo esonero in ordine di tempo della serie B, con Cagni che è subentrato a Silvio Baldini sulla panchina veneta. Rolando Maran, che ha allenato in passato Brescia, Bari e Triestina, è un profondo conoscitore della categoria ed è in grado di infondere alla sua squadra quelle caratteristiche di pragmatismo e concretezza che non era riuscito a trasmettere il suo giovane predecessore Benny Carbone. Il tecnico campano ha pagato un pessimo avvio di campionato nel quale il Varese, in sette gare, ha racimolato appena 6 punti con soltanto due reti al suo attivo. Una pochezza offensiva che stride con un atteggiamento tattico volto a ottenere risultati attraverso il gioco e un modulo a trazione anteriore. C’è inoltre da sottolineare che il Varese, dopo aver mantenuto l’inviolabilità del “Franco Ossola” per ben tre anni, quest’anno è già capitolato due volte tra le mura amiche perdendo le gare interne con Livorno e Sassuolo. Evidentemente, la ricostruzione nell’era post-Sannino e la gestione di un’impegnativa successione, dopo un’era di straordinari successi (due promozioni in due anni e un quarto posto in serie B), si sono rivelate più difficili del previsto all’interno della società lombarda, con il presidente Rosati che si è visto costretto a certificare il fallimento della scelta di un tecnico giovane e innovativo. La decisione di affidarsi al tecnico di Rovereto rappresenta quindi una sorta di ritorno all'”antico” con l’accantonamento del 4-2-3-1 sperimentato da Carbone e il passaggio ad un più rodato 4-4-2 che sembra aver immediatamente rigenerato la squadra soprattutto sul piano mentale. A Vicenza, l’esterno offensivo Carrozza, uno degli elementi migliori della squadra biancorossa che in questo avvio di torneo era parso l’ombra del giocatore ammirato la stagione scorsa, ha subito tratto benefici dalla cura-Maran ritrovando la via della rete. La difesa, che nel precedente torneo era risultata la migliore del campionato, è riuscita a mantenere inviolata la porta difesa dell’ex Sassuolo Bressan. Altre sensazioni positive sono state offerte dall’esterno destro bosniaco Lazarevic che ha offerto una prova confortante sul piano del dinamismo e della creatività . Sulla linea mediana l’esperto Corti e l’emergente Kurtic (classe ’89 proveniente in prestito dal Palermo) hanno dato solidità e raziocinio al reparto. In attesa che il brasiliano Neto Pereira, De Luca e Cellini non facciano rimpiangere, in termini di realizzazioni, il nigeriano Ebagua, passato al Torino dopo le esaltanti stagioni vissute con la maglia biancorossa, e che Martinetti, prelevato dal Sassuolo, ritrovi la migliore condizione fisica, il Varese guarda adesso con più ottimismo ad un futuro che, se non sarà ricco di soddisfazioni e di sorprese come il precedente torneo, potrà almeno assicurare una maggiore continuità di risultati per centrare una salvezza tranquilla senza particolari patemi.