Da Monteboro
Intervista a cura di Fabrizio Fioravanti
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Poco prima delle foto di rito abbiamo incontrato il nuovo mister degli Allievi, Mario Cecchi. Nuovo non certo nell’Empoli dove per sei anni ha guidato le compagini dei Giovanissimi Nazionali raggiungendo sempre eccellenti risultati. Lo troviamo emozionato e felice per questa sua nuova avventura e con la determinazione e la grinta di sempre.
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Dopo 6 anni di Giovanissimi Nazionali agli Allievi nazionali. Come stai vivendi questa tua nuova avventura?
E’ sicuramente un motivo di grande soddisfazione e colgo l’occasione per ringraziare l’Empoli, il Presidente prima di tutti, il Direttore, tutta la Società che mi ha permesso di poter lavorare per sei anni nei Giovanissimi e da quest’anno negli Allievi. Chiaramente l’entusiasmo è tanto e cercherò di avere sempre presente l’obiettivo principale, che poi è lo stesso che c’era anche nei Giovanissimi Nazionali, che è quello di far crescere questi ragazzi per portarli poi alla Primavera e da lì poi cercare di portare il maggior numero di giocatori possibili per la prima squadra
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Da quello che hai visto quale secondo te è la differenza fondamentale tra un Campionato Giovanissimi ed uno Allievi?
I Giovanissimi è un’età molto particolare perché sono ragazzi che stanno completando lo sviluppo, quindi qualcuno cresce fisicamente alla fine dell’anno, qualcuno all’inizio, qualcuno a metà anno…è un’età molto particolare. Gli Allievi, da quello che ho potuto vedere anche negli anni passati e che ora sto vedendo con la squadra mia, sono già “uomini”, sono già maturati, già sviluppati ma certamente c’è da cercare di farli diventare veramente uomini, con le loro responsabilità, col rispetto, con tutte quelle regole che ci sono all’interno di una squadra, di uno spogliatoio e di una Società
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Tu erediti i ragazzi del ’95 che l’anno scorso facevano gli Allievi Regionali, qualcuno del ’96, qualcuno nuovo…che amalgama di gruppo hai?
Il gruppo è quasi tutto ’95, c’è solo un ragazzo del ’96, Agrifogli. Il gruppo ’95 è sempre stato un gruppo completo anche perché si “riprendono” Rovini, Frugoli e Bachini che l’anno scorso hanno già fatto un Campionato di Allievi Nazionali. Il gruppo quindi è formato quasi integralmente da ragazzi del ’95, dopo di che sono stati fatti alcuni innesti da parte della Società che completano un organico si spera competitivo
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Quali obiettivi ti ha dato la Società?
Sono sempre i soliti: quello di lavorare con grande entusiasmo, prima di tutto per far crescere il giocatore come uomo, rispettando le regole, mettendosi sempre a disposizione mia e dei compagni, adattandosi, rispettando la cultura del lavoro, dello sport. Queste regole sono alla base di tutto. Poi se ci sono anche delle qualità tecniche cercheremo di tirarle fuori per poter permettere, ripeto, di portare il giocatore in Primavera e poi eventualmente in prima squadra pronto sotto tutti i punti di vista
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Hai in testa un modulo?
Inutile nascondersi, in questo periodo ci ho pensato…è una squadra che già conosco…però credo che l’adattabilità di una squadra all’interno di una partita ci debba essere e quindi è chiaro che vi sarà un modulo di partenza…ma poi la squadra deve essere formata ad acquisire le giuste conoscenze per poter cambiare anche in corsa
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Il tuo modulo di partenza è il 4.3.3 ?
A Empoli non ho mai avuto un mio modulo personale, ho sempre adattato il modulo alla squadra ed alle caratteristiche che avevano i giocatori in un dato momento. Ho pensato ad un 4.3.3, ad un 4.2.3.1 ma poi i moduli lasciano il tempo che trovano. L’importante è la voglia di adattarsi al modulo necessario in quel dato momento
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L’anno scorso gli Allievi Nazionali hanno perso in malo modo la Finale-scudetto, Quest’anno tu hai un obiettivo di arrivare fino lì? Insomma…hai anche un obiettivo di classifica?
La crescita dei ragazzi non è a discapito di un obiettivo di vittoria di un Campionato o comunque di vincere…i due obiettivi possono combaciare perché noi cercheremo sempre di lavorare per far crescere la squadra però la squadra se cresce può vincere, non è che noi siamo lì per fare la comparsa. Il nostro obiettivo è quello di vincere cercando di convincere. Ecco, questa è la cosa importante, perché la vittoria va alla base sempre di un certo tipo di lavoro e che si spera che gratifichi soprattutto la squadre poi la Società
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Le squadre di Mario Cecchi hanno sempre prodotto un buon calcio. Le tue squadre hanno sempre giocato molto bene. Conosci già questi ragazzi del 95….pensi che anche con loro riuscirai ad esprimerti ai livelli consueti di bel gioco? Dovrai adattare qualcosa?
E’ sempre un discorso tecnico. Parto da una base. Un po’ li conosco e questo è un vantaggio per quanto mi riguarda perché conoscere i ragazzi è un modo per essere un pochino più avvantaggiato. Certamente credo che per giocare bene al calcio bisogna giocare bene tecnicamente, come ci insegnano le squadre importanti, vedi il Barcellona. E’ difficile che in queste squadre ci siano giocatori che sbagliano un passaggio…quindi credo che la tecnica sia la base di una squadra che gioca bene al calcio. Perciò lavoreremo soprattutto tecnicamente e con lo spirito giusto, che poi fa la differenza
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Un’ultima cosa. Questo è il tuo settimo anno nell’Empoli. Professionalmente come hai vissuto e come stai vivendo questa esperienza nel settore giovanile, con tutte le responsabilità che ciò comporta?
Ogni anno che comincio è sempre un’emozione. Sono due o tre giorni nei quali la tensione sale perché comunque, anche se ormai è il settimo anno, c’è sempre un po’ di emozione a cominciare un’annata perché è di grande gratificazione perché dà entusiasmo. Per questo non mi stancherò mai di ringraziare l’Empoli che mi permette di fare un certo tipo di lavoro che mi dà entusiasmo e gioia nel farlo. Quindi c’è sempre l’emozione del cominciare. Il lavoro poi va anche grazie anche ai ragazzi. L’ho detto a loro anche stamattina che si debbono mettere a disposizione perché io da solo non ce la farei come loro da soli non ce la farebbero. L’obiettivo si costruisce si raggiunge insieme ma per fare ciò ci vuole la volontà dei ragazzi e la loro disponibilità e il mio impegno. Io ce la metterò tutta per dare modo a loro di crescere.
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