E’ uno dei giocatori in scadenza, è uno di quelli cui si aspetta con maggiore ansia la firma del rinnovo, è il capitano degli azzurri: parliamo di Lorenzo Stovini.
Messa da parte la gara con il Toro, che di fatto ha virtualmente chiuso il campionato degli azzurri, il capitano e la società dovrebbero rimettersi davanti ad un tavolo con tanto di penna in mano per ratificare il prolungamento del contratto del 34enne fiorentino che ad Empoli, come spesso ha sottolineto il tecnico Aglietti, ha trovato una seconda giovinezza.
Lorenzo, il tuo rinnovo è molto atteso dai tifosi azzurri, a che punto siamo?
“ Di nuovo rispetto alla scorsa settimana non è successo niente, abbiamo avuto già modo di parlare con la società e ci sono le basi per continuare questo sodalizio voluto da ambo le parti.”
Potrebbe essere questa la settimana giusta?
“ Speriamo, si, adesso, anche se devo dire purtroppo, siamo tutti più sereni. Non c’è fretta ma credo che si sia in dirittura d’arrivo.”
Quanto è stata importante quella fascia che hai portato sul braccio?
“ Non nascondo che la scorsa estate, quando sono stato investito da questo onore/onere, non me lo aspettavo. Tutto sommato è stato semplice, i ragazzi, i miei compagni mi hanno aiutato e se sono stato un buon capitato è stato solo grazie a loro.”
Che questa sia stata un’annata per te ottima lo abbiamo detto in tutte le salse. Annata condita anche dai 4 gol, record storico per te. Cosa possiamo aggiungere a conclusione di questa stagione?
“ Possiamo solo, dopo aver ricaricato le batterie, pensare già al prossimo anno. Abbiamo una gara, che dobbiamo onorare, e poi, come sempre accade, il passato resta passato, se pur positivo. Credo di avere ancora molto da dare e sono sicuro, anche se gli anni avanzano, che anche nella prossima stagione metterò tutto me stesso a disposizione della squadra per far bene. Ma il mio far bene deve essere sempre e solo a servizio della squadra.”
Per tornare indietro di una domanda, parole da capitano, da capitano del prossimo Empoli?
“ E’ quello che mi sento, quindi spero proprio di si.”
Al. Coc.