di Nico Raffi
L’immediato ritorno in serie A come pensiero fisso. Per ritrovare il prima possibile quella categoria dove ha vissuto gli ultimi sette campionati, il Siena non ha badato a spese allestendo una squadra ricca e competitiva in tutti i reparti e addirittura sontuosa nel settore offensivo. La qualità dei giocatori affidati alla gestione del tecnico Antonio Conte è di livello tale che non sfigurerebbe neppure nella massima categoria attuale. Non sono molte infatti le formazioni di piccola e media fascia appartenenti alla serie A che possono contare su un attacco così ricco sul piano numerico e qualitativo quale quello proposto dalla compagine bianconera. Citiamo in ordine sparso: Calaiò, Mastronunzio, Brienza, Reginaldo, Larrondo, Caputo, oltre agli esterni offensivi Sestu e Troianiello. Un bagaglio enorme di soluzioni offensive e di pregiate individualità che ha ispirato a Conte l’utilizzo di un modulo spregiudicato quale una sorta di 4-2-4, nel quale gli esterni sono chiamati ad un dispendioso lavoro in fase di non possesso.
La bravura dell’ex tecnico del Bari è stata quella di saper gestire con oculatezza un parco giocatori così importante, adottando un frequente turn over che ha ridotto al minimo il malcontento degli elementi meno utilizzati. La forza dei giocatori è stata la disponibilità a sacrificarsi ed a mettersi al servizio di un progetto tattico che rischiava di accentuare pericolosamente la vulnerabilità di difesa e centrocampo. Ebbene, dopo 30 giornate di campionato, il Siena è il terzo miglior reparto difensivo del torneo. Con 22 reti subite, ha fatto peggio soltanto di Atalanta e Varese. Inoltre, nelle ultime otto gare disputate, ha subito appena tre reti, e tutte in unico match: la sciagurata sconfitta interna di tre settimane fa con il Piacenza per 3-2 dopo che la Robur si trovava a condurre per 2-0 dopo 30 minuti di gioco, peraltro l’unico passo falso casalingo commesso dai ragazzi di Conte. Prima di questo rocambolesco incidente di percorso, bisogna risalire allo scorso dicembre per ritrovare un’altra sconfitta dei bianconeri. In quell’occasione fu il Varese ad imporsi per 1-0 al Franco Ossola infliggendo al Siena la terza sconfitta stagionale che seguiva quella altrettanto bizzarra di Sassuolo (4-3) e quella sonora di Empoli (3-0).
Il momento assai positivo della difesa senese è frutto dell’ottimo rendimento dei centrali Rossettini e, soprattutto Terzi, dell’efficace lavoro di copertura svolto dagli esterni Vitiello e Del Grosso (a cui si è di recente aggiunto il neoacquisto Cacciatore prelevato dalla Sampdoria), e dalla preziosa opera di filtro compiuta a centrocampo dagli esperti Carobbio e Vergassola, e dagli emergenti Bolzoni (classe ’89) e Marrone (classe ’90) giunti rispettivamente in prestito da Genoa e Juventus e subito perfettamente funzionali al progetto senese. Il resto, dicevamo, l’hanno fatto gli esterni offensivi e la loro vocazione al sacrificio. Se, nella prima fase del torneo, l’ex frosinate Troianiello (11 gol nella passata stagione) e l’ex reggino Sestu avevano recitato da protagonisti, in questo ultimo scorcio di torneo Reginaldo e, in particolare, Brienza hanno notevolmente innalzato il livello delle loro prestazioni mostrando di possedere esperienza e classe appartenenti di norma a palcoscenici più prestigiosi.
Nel reparto avanzato, Calaiò e compagni hanno continuato a segnare con discreta regolarità (la Robur ha il secondo miglior attacco del torneo), anche se preoccupa un po’ l’astinenza che ha colpito l’ex azzurro Mastronunzio che, straordinario e letale nella prima fase del torneo, ha segnato un solo gol negli ultimi tre mesi e mezzo. Forse è anche per questo che è arrivato dal Bari il centravanti Caputo, ennesimo innesto di qualità che va ad arricchire un organico già formidabile per la cadetteria e concentrato unicamente verso un obiettivo che sembra ampiamente alla portata.