Fondata nel 1922, inizia a dare una traccia concreta della propria esistenza nel campionato 1968/69 in cui milita in serie D. Passa molti anni poi tra salvezze tranquille e salvezze strappate con i denti, tra i tanti derby regionali e le poche certezze per il futuro. Nel 1974 diventa Unione Sportiva Sassuolo Calcio ed inizia a migliorare i propri risultati grazie all’apporto di qualche bomber locale. Ma la spinta definitiva per il salto di qualità, il piccolo Sassuolo, che allora giocava le gare interne nello stadio Enzo Ricci di Sassuolo, lo ha nel 1983/84, stagione che vede l’apporto esterno di Squinzi e della Mapei. Il Sassuolo vince la serie D con tre sole sconfitte in tutto il campionato ed approda, per la prima volta nella sua storia, in C2. Nel calcio professionistico, grazie anche agli investimenti fatti, il Sassuolo riesce ad esprimersi al meglio. Inizia con un sesto posto, seguito poi, nonostante gli spostamenti di girone molto frequenti, da varie salvezze. Ogni anno che passa poi, il Sassuolo annovera tra le proprie fila sempre più giocatori esperti, diventando presto una routine per loro giocare in C2. Routine che però non porta a grandi risultati, poiché dopo varie stagioni, il Sassuolo precipita in Interregionale nel 1989/90. Non sono anni felici per il Sassuolo, che perde i preziosi investimenti di Squinzi, interessato in quegli anni più al ciclismo che al calcio. Gli anni a seguire sono infatti anonimi per la squadra, che si piazza sempre a metà classifica. E’ con il rientro in società di Squinzi che il Sassuolo inizia a ridare segni di vita. Grazie all’imprenditore infatti, nel 1997/98, il Sassuolo torna subito tra i professionisti anche se con molta sofferenza. La squadra arriva a pari punti con il Trento, perdendo poi ai rigori lo spareggio contro lo stesso Trento. In estate però, a seguito del fallimento di alcune società sportive, il Sassuolo viene ripescato in serie C2. Negli anni seguenti il club si salva, a volte con fatica e sofferenza, dopo i play out, o addirittura tramite ripescaggio dopo una retrocessione avvenuta sul campo, e a volte in maniera più agevole, ma resta comunque la solida base degli investimenti di Squinzi, che anzi aumenta l’interesse verso il club del modenese. Ritrovata la routine della serie C2 negli anni successivi al 2000, si prova anche a fare il salto di qualità. Salto di qualità sfiorato nella stagione 2004/05, stagione in cui il Sassuolo perde ai play off contro il Pizzighettone la speranza di essere promosso in serie C1. Ma ormai gli obiettivi della società sono chiari: salire di categoria il prima possibile. Grazie ad un piano tecnico importante, la stagione successiva il Sassuolo viene promosso. Arriva secondo in campionato dietro alla Cavese, ma ai play off supera prima l’Ancona e poi il Sansovino. E’ festa grande per la squadra, che comunque non si ferma alla serie C1. Il salto di categoria infatti è solo l’inizio, e di nuovo grazie ad acquisti mirati, punta subito al vertice. Nel 2006/07 il Sassuolo deve accontentarsi di sfiorare soltanto la promozione in serie B, perdendo malamente nei play off contro il Monza, ma è chiaro che ormai il club modenese vuole affacciarsi nella cadetteria. Nonostante il cambio di tecnico, il Sassuolo centra l’obiettivo che si era prefisso: la promozione in serie B, per la prima volta nella sua storia, grazie al primo posto ottenuto davanti alla Cremonese. Siamo ai giorni nostri, il piccolo Sassuolo è costretto a giocare le gare interne al Braglia di Modena, visto che il suo stadio non è adatto per la categoria. Ma il cambio di stadio non è un gran problema per la squadra. Visto che al Sassuolo le cose si fanno in grande, la proprietà non perde tempo a pianificare un altro salto, quello nel calcio che conta, in serie A. E lo fa prendendo giocatori importanti come Noselli,
accompagnato in attacco dall’esperienza di Zampagna, uno che i gol li ha segnati anche in serie A. A centrocampo c’è anche Salvetti dal Cesena. E come dimenticare in difesa l’ingaggio in prestito dalla Roma di Andreolli, centrale difensivo dell’under 21. Una rosa importante, guidata da un tecnico esperto come Mandolini, con il compito di fare il meglio possibile, che tradotto con le idee di Squinzi vuol dire promozione. Il Sassuolo non sembra pagare lo scotto del cambio di categoria, e anzi è subito protagonista con alcune prestazioni spettacolari che lo stanno trascinando, almeno per ora, al secondo posto. Non male quindi per una debuttante. Dopo aver stupito tutti, il piccolo club modenese è pronto a ripetersi. Il messaggio di queste prime giornate di campionato è chiaro, il Sassuolo non è in serie B in gita, è qui per lasciare il segno. E’ in B soltanto di passaggio, ma non per tornare in serie C1 come capita a molte neopromosse con una pianificazione sbagliata, è di passaggio soltanto per lanciarsi verso la serie A. Per centrare un sogno. Il sogno di Squinzi, il sogno di una cittadina di poco più di 40.000 abitanti. Squinzi ha dimostrato già in passato di saper aspettare, quindi probabilmente se dovesse fallire la promozione in questo campionato ci riproverà nel prossimo. La serie A sembra quindi soltanto una questione di tempo per una proprietà comunque ansiosa di scrivere le migliori pagine sportive della storia del club.