Che quella di Empoli sia una piazza notoriamente tranquilla e serena è ormai un dato di fatto, e diciamocelo francamente, ci fa anche piacere e perché no? onore.
Certo, ci sono ovviamente dei perché a questo; in primis il numero di tifosi, che per una piazza professionistica sono davvero pochi. Ora come ora, quelli che si possono davvero definire tifosi innamorati dell’Empoli saranno poco meno di 5000, anche se va detto ad onor del vero che questo numero rappresenta un buon 10% della popolazione.
Poi certo, la squadra non è una squadra dalle grandi pretese, e di fatto, giocare un campionato di serie B per gli azzurri e per la città di Empoli, rappresenta sempre un grande risultato.
Pero’ detto questo, c’è da dire anche da circa un annetto si è rotto qualche meccanismo, e la rottura è una rottura interna, molto particolare e molto sottile.
Cosa è successo? Lo scorso anno l’Empoli è retrocesso, e fin qui, diciamo che la cosa potrebbe anche rientrare nel novero dell’ordinarietà, però è stata una retrocessione particolare, forse l’unica inaspettata, ed arrivata dopo la conquista della storica partecipazione Uefa.
La squadra ha sempre fatto capire di avere nettamente le potenzialità per farcela, ma inspiegabilmente le partite non si azzecavano e si assisteva spesso a prestazioni sotto la sufficienza.
Questo ha determinato lo spazientimento da parte di una fetta della tifoseria, generando appunto un contrasto, con la parte, cosiddetta ultras, che in maniera imperterrita, nonostante tutto, continuava a supportare la squadra.
La retrocessione è poi arrivata e tutto è andato agli archivi, con la sensazione che, avendo davanti un campionato di B da vincere a mani basse, quelli fossero solo brutti ricordi.
Ahinoi, dopo una discreta partenza, l’Empoli 08/09 ha subito una flessione, con prestazioni ben al di sotto delle aspettative, rispolverando subito i fantasmi dello scorso anno, dove quella parte di tifoseria spazientita ha ricominciato a farsi sentire, e dove, i cosiddetti ultras hanno continuato a fare il loro tifo, a dare il sostegno senza guardare in faccia niente e nessuno.
Per fortuna, la spaccatura è sempre stata solamente verbale, anche se durante l’intervallo dell’ultima gara interna i toni si sono alzati e non di poco.
Non sta certamente a noi a giudicare chi ha ragione e chi ha torto; noi possiamo solo partire dal presupposto che chi esce di casa e si mette una sciarpa azzurra al collo, che sia con il sole, con il vento, con la pioggia, si reca comunque al “Castellani” lo fa per amore, per passione, non certo perché lo ha imposto il dottore.
Quindi crediamo che sia anche giusto, che chi pensa, di essere in qualche modo, non ricambiato dalla propria squadra, abbia il sacro santo diritto di contestarla, di esprimere il suo dispiacere, sempre nella civiltà e sempre ricordandosi che si parla di sport.
Come crediamo, sia indelebile il diritto, per chi la pensa contrariamente di continuare a dare il supporto alla squadra, indipendentemente dall’aver giocato più o meno dignitosamente.
Quello che noi fermamente riteniamo riprovevole è il fatto di voler imporre la propria ragione agli altri, giusto come detto manifestare il proprio sentimento, ma assolutamente fuori luogo, per il bene e la serenità che si è sempre respirata nel settore di maratona, voler dimostrare, peggio ancora imporre, che c’è qualcuno che ha torto nei suoi modi.
Poi potra’ essere anche un caso, anzi sicuramente lo è, ma l’Empoli sceso in campo nel secondo tempo sabato scorso, dopo essere rientrato negli spogliatoi sotto i fischi di un buon 70% dello stadio, è stato un Empoli completamente trasformato nella cattiveria agonistica, ma come detto, sicuramente è solo un caso.
Pero’ non posso esimermi, dal constatare un dato di fatto molto negativo, e perché non definirlo deludente.
Infatti, salvo quel centinaio scarso di persone, in trasferta non ci sta andando più nessuno.
Anche qui, non possiamo certamente permetterci di giudicare, ognuno resta libero di fare cio’ che meglio crede, ma come capiamo ed avvalliamo i “fischi per amore”, dobbiamo anche seguire il più possibile la squadra, manifestando in piena libertà quello che meglio si crede, fuori dalle comode mura amiche.
Credetemi, è davvero mortificante vedere sempre il settore ospiti deserto, e non crediate che questo poi non possa incidere sulle motivazioni dei calciatori.
In conclusione vorrei fare due appelli.
Agli ULTRAS vorremo dire questo: cercate di capire, che a volte veramente, le manifestazioni che possono da voi essere avvertite come negative, sono volte a cercare di spronare la squadra, sono frutto di un amore che in certi momenti, magari, qualcuno non vede contraccambiato.
Al resto della Tifoseria: intanto magari se vi sentite di fischiare e/o contestare aspettate il novantesimo, o magari perché no? abbiate il coraggio di andare a parlare con qualche protagonista dei giochi a fine a partita a chiedere spiegazioni, e poi andate in trasferta, fatene più che potete, primo perché la squadra ne ha bisogno e poi anche perché è sempre piacevole farsi un bel giro nella bella Italia e portare i colori azzurri per essa. Quindi già da questo sabato tutti a Bergamo!
A. C.