di Gabriele Guastella
Da fermodellista incallito, da amante delle ferrovie, quale sono, mi resta assai difficile dover criticare il mondo dei treni. Ma davanti ad una catastrofe quale quella di lunedi scorso che ha colpito al cuore la città di Viareggio le passioni si fanno da parte e si deve prendere atto della durissima realtà.
Niente ma, niente se e ba… le ferrovie italiane sono cadute in basso, punto e basta. Sono scomparsi molti dei vecchi e cari macchinisti che avevano cura delle loro motrici, per carità qualcuno esiste ancora; avevano cura di tutto: che siano esse state loco a vapore, a diesel, trifase o elettriche. Quelle carrozze castano-isabella, grigio ardesia ben curate fuori e dentro sono un triste e lontano ricordo. Perfino a carri merce venivano controllati con cura maniacale dagli addetti ai lavori. Chi prendeva il treno in consegna lo faceva come se fosse proprio e lo conduceva con estrema “delicatezza” dalla stazione di partenza a quella di destinazione. E adesso? Adesso i vertici ferroviari addirittura pensano di assegnare ad ogni singolo treno un solo macchinista. Bah… Come no?? Si cura solo la copertina. L’eurostar, l’AV, l’ETR500, e si perdono i mattoni della vera ferrovia, i treni cosiddetti minori, i diretti, i vecchi e gloriosi locali (oggi sostituiti con i regionali…), o i treni merci. I bulloni sulle traversine, quelle che dovrebbero tenere le rotaie, si allentano, le stazioni sono un degrado incredibile, le carrozze e i mezzi di trasporto in genere fanno pietà… a cominciare da quell’orrenda livrea chiamata XMPR che appiattisce tutto e rende tutto così metropolitano… tanto che quando uno vede passare la Freccia Rossa o Argento crede di essere in un altro paese.
Adesso è tutto strumentalizzato. Quando fino a qualche anno fa parlavi con un addetto delle ferrovie respiravi l’odore del carbone, il sapere, la tecnica. Conoscevano tutto. La nascita e la vita di un locomotore, di una carrozza, di un semplice carro merci. Adesso quasi nessuno sa niente, in pochi certamente. La vera manutenzione la facevano loro…i veri ferrovieri, che sapevano tutto, amavano la loro professione, una vera passione. La loro era quasi una vocazione e per qualcuno, dopo tanti sacrifici e tanta gavetta, arrivavano le stanze dei “palazzi”. Ci arrivavano in quelle stanze che sapevano tutto, sapevano insomma come e cosa si doveva fare, e i treni funzionavano, funzionava tutto, ed era tutto molto più bello. Era piacevole osservare dal finestrino anche un incrocio con un treno merci.
Con il disastro di Viareggio i macchinisti probabilmente non hanno niente a che fare: loro hanno fatto il proprio dovere. Ha ceduto l’asse di un carrello, quel carrello che li ha traditi, e ha tradito tutti, uccidendo molte persone e l’anima di molte altre. Hanno allontanato il più possibile il convoglio dall’epicentro della stazione viareggina, quando poi nel giro di pochi attimi i carri alle spalle della loro motrice si sono arrovesciati non hanno potuto far altro che mettere a distanza di sicurezza il locomotore e correre lontani, lontani da quel treno killer che un loro predecessore non avrebbe mai “condotto”, mai…
E sono sicuro, sicurissimo, che i macchinisti di qualche anno fa non avrebbero mai preso in consegna un convoglio simile. A guardare il video che vi proponiamo ne diventiamo tutti ancora più certi.
Si tratta dello stesso convoglio passante una stazione ferroviaria. E’ il famoso treno killer di Viareggio, con gli stessi carri cisterna, diretto a Trecate (Novara), il luogo da dove lunedi scorso è partito il treno che ha fermato la propria corsa a Viareggio, e che come destinazione aveva un paese vicino Caserta.
Il treno del video entra in stazione ad una velocità compresa tra i 70 e i 100 Km orari, sferraglia veloce e poi se ne va. Ora stoppate quando volete voi il filmato e osservate bene: guardate in che condizioni sono i carrelli, presi e avvolti, anzi direi proprio attaccati, dalla ruggine; e poi lo stato scabroso della parte esterna dei serbatoi.
A quella velocità immaginatevi un asse che si spezza, lo scintillio delle ruote libere che sfregano con le rotaie e tutto il resto. Il carrello che si intraversa e “gratta” il marciapiede. Il carro inizia ad oscillare poi, perso il carrello, di colpo si inclina su se stesso e la cisterna sbatte violentemente anteriormente con la massicciata. Si apre uno squarcio sulla cisterna e fuoriesce il gas che, essendo più peso dell’ossigeno, si stabilizza rasoterra ma uscendo a circa 100km si spande in pochi secondi in un ampio raggio… è bastato una sola piccola scintilla poi per scatenare tutto il resto.
La differenza con il treno killer di Viareggio, e quello del filmato che vi proponiamo, è rappresentata dal locomotore. A Viareggio si trattava di una E.655.175 in questo caso invece il treno è in consegna ad una E.652. Nel video che vi proponiamo i carri sono 17, a Viareggio erano 14.
Il video che vi abbiamo proposto è prelevato da YouTube e tra i vari commenti ne abbiamo letto uno (che vi riportiamo sotto) che ci ha particolarmente colpito. E’ stato scritto circa un anno fa…
Nel filmato che andiamo a proporvi adesso esattamente al minuto 5 e 48 secondi è ripreso proprio il treno esatto dell’incidente presso la stazione di Bogliasco, in liguria. Il treno è stato ripreso da un appassionato di treni.