Nottata movimentata per Adrian Ricchiuti, capitano del Rimini, retrocesso in Lega Pro al termine di questa stagione.
Intorno alla mezzanotte l’abitazione del trentenne calciatore di origine argentina è stata infatti scossa da un grosso petardo, probabilmente una bomba carta, esplosa nei pressi della casa. Tanto spavento ma fortunatamente pochi danni. Un grave atto di incivilità da parte di una tifoseria ancora avvelenata per i risultati sportivi del Rimini.
Il club, attraverso una nota apparsa sul proprio sito, ha espresso solidarietà nei confronti di Ricchiuti: “La delusione e l’amarezza per una retrocessione – si legge nel comunicato – a nostro parere immeritata, non possono e non devono alimentare un clima di tensione e di inciviltà nei confronti dei componenti della squadra e della società. Il calcio, ma lo sport in generale, sono una palestra di vita dove il successo e la sconfitta devono essere accettate con serenità”.
Ricchiuti, il cui padre era stato aggredito nei giorni scorsi sempre dai tifosi biancorossi, ha ricevuto parole di solidarietà anche da parte del sindaco di Rimini Alberto Ravaioli: “La notizia della bomba carta deve essere un monito per tutti affinché non si alimenti un clima di odio e di aggressività intorno alla squadra e alla società biancorossa. Mi pare che la bilancia si sia spostata pericolosamente verso l’ingratitudine e quindi il rancore. Quasi che un campionato sfortunato possa far dimenticare l’impegno, gli sforzi, la passione ultradecennale di un’azienda come la Cocif o l’abilità e l’amore che negli anni i veri tifosi hanno sempre dimostrato nei confronti dei giocatori e dello staff tecnico. Questa cultura apocalittica non appartiene a Rimini e da Rimini dunque va decisamente respinta”.
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