Netta presa di posizione da parte dei gruppi ultras ieri in maratona, dove nel primo tempo dell’icontro con l’Albinoleffe hanno srotolato uno striscione dedicato al capitano azzurro.
“IGHLI NON SI TOCCA”, questa la frase che campeggiava al centro del suddetto striscione, 
una dichiarazione d’amore nei confronti del giocatore, ma soprattutto un chiaro messaggio alla dirigenza empolese, poiché nelle ultime ore, i rumors di mercato che girano intorno all’Empoli vorrebbero un ulteriore ridimensionamento degli ingaggi, un gioco forza che potrebbe far partire tutti coloro che sono in scadenza a giugno, in particolar modo quelli che ancora hanno un salario fuori dai tetti che la società si è data.
Tra questi appunto figura Vannucchi, e l’idea che possa finire una storia cominciata nel non recente 2002, quando il pratese arrivo ad Empoli dopo l’esperienza di Venezia fa venire il mal di stomaco agli aficionados dell’Empoli. Da allora, salvo una breve parentesi al Palermo, Ighli giuro’ eterno amore ai colori azzurri fino a prendersi la fascia di capitano, portando per mano la squadra al suo momento piu’ bello, la qualificazione Uefa. Vannucchi non ha mai abbandonato la nave nemmeno nei momenti piu’ infelici, due retrocessioni che non hanno scalfito il rapporto tra lui, la città ed i tifosi.
Gesto forte quello della tifoseria anche perché ad Empoli siamo comunque svezzati al veder andar via giocatori senza polemizzare o immolarsi per il fenomeno di turno, ma quella con Ighli è una cosa che va al di la del prato verde e del pallone, qualcuno mormora anche che gli andrebbe ritirata la maglia.
Lo stesso giocatore si è detto commosso, “un raggio di sole nel grigiore della giornata empolese (non solo per l’aspetto climatico), un gesto di quelli che non possono che gonfiarti il cuore”, e poi continua il capitano, “il fatto di non leggere Vannucchi, ma Ighli, rende ancor piu’ forte il messaggio ed il gesto”. Ighli non la manda a dir dietro ed a domanda risponde “ Voglio restare ad Empoli, e verrà fatto di tutto perché questo avvenga, ma credo di avere ancora un valore, a buon intenditor poche parole”.
A.C.
